Definita poeticamente dall’autore, La casa della moglie dell’architetto, la dimora di famiglia nel paese di origine di Michele Capobianco si sviluppa su tre livelli in una forte accezione verticale. Due scale, una a rampa, l’altra circolare, una passerella di collegamento, garantiscono una pluralità di scorci e affacci ed una profonda percezione dello spazio interno. L’articolazione funzionale dei tre piani definisce un quadro completo della casa: al piano terra la cucina e i servizi, al piano nobile il soggiorno, all’ultimo la zona notte. L’edificio è intercluso su ben tre lati. Tuttavia gli sfondamenti in verticale, la parete in vetrocemento, la luce a pozzo dall’alto sulla scala a chiocciola, definiscono uno studio degno di nota della permeabilità degli ambienti alla luce naturale, garantendo risultati soddisfacenti pur partendo da condizioni di obiettiva difficoltà. Un progetto “difficile”, dalla chiara connotazione ideologica, porta il linguaggio della piena modernità razionalista, di estrazione più europea che italiana, nel cuore dell’Italia appenninica, in valle vitulanese, sul Monte Taburno.
Dettagli Progetto
Ubicazione : Vitulano, via Roma
Categoria : B2 - Opere segnalate della seconda metà del ‘900
Anno inizio progetto : 1974
Anno fine esecuzione : 1982
Tipo di proprietà : Privata
Committente : Privato
Destinazione originaria : Abitazioni
Destinazione attuale : Abitazioni
Progettisti :
Michele Capobianco
Descrizione Progetto
Bibliografia
Dardi Costantino, L’azzurro del cielo, Domus n. 625, Milano 1982.
Pedio Renato, Casa a Vitulano Benevento, L’architettura cronache e storia n. 325, Roma 1982
Zevi Bruno, Luci nuove e pietre vecchie, L’Espresso, Roma 1982
Zevi Bruno, Linguaggi dell’architettura contemporanea, Etas, Milano 1993.
D’Auria Antonio, Michele Capobianco, Electa Napoli, Napoli 1993.