Costruita in un lotto defilato del rione Ferrovia, la Colonia Elioterapica di Frediano Frediani mostra accenti espliciti del linguaggio razionalista permeati da una solida cultura classica del progetto.
L’edificio, caratterizzato da una spiccata longitudinalità, su un fronte è allineato alla strada mentre dal lato opposto si giova della presenza di un ampio giardino con attrezzature sportive, a poca distanza dal lungofiume Calore.
La facciata d’ingresso si caratterizza per un’ostentata natura introversa, con un lungo muro arretrato rispetto alla trave di coronamento della scatola volumetrica sul quale si aprono sette piccole finestre. Ai due lati della parte chiusa si collocano gli ingressi. Il primo, a destra, è caratterizzato da una doppia
coppia di pilastri che definiscono una profonda loggia che conduce direttamente al giardino retrostante. Il secondo, più dimesso, introduce agli ambienti interni, in particolare ad una grande sala originariamente adibita a refettorio, oggi a palestra.
Il prospetto sul giardino si connotava per la presenza di cinque vetrate di grandi dimensioni che collegavano, anche visivamente, l’ampio salone agli spazi esterni. Questa parte dell’edificio, certamente la più preziosa, è stata in seguito manomessa con interventi di rimozione delle vetrate che hanno snaturato e impoverito un’architettura moderna pensata in ossequio alla grande lezione dei maestri del Razionalismo
italiano: da Adalberto Libera a Giuseppe Terragni.