Terminale del lungo Viale Spinelli, asse dorsale dell’espansione di San Giorgio del Sannio, l’edificio dell’ex Casa del Fascio ha una storia complicata, segnata dalle tappe di ben tre progetti che hanno dato inizio all’opera in pieno ventennio fascista per poi essere definitivamente completata a dopoguerra inoltrato, così da assumere la funzione di Casa del Comune inglobando anche una sala cinematografica.
La facciata simmetrica, con quattro pilastri in cemento che sorreggono una balconata al piano superiore evidenzia il carattere rappresentativo con uno scarto volumetrico in altezza che proprio in testata si eleva di un piano rispetto alla parte restante della struttura.
La pianta dell’edificio evidenzia il tentativo di assecondare la differente giacitura dei due assi stradali in cui si divarica il viale centrale, con una rotazione del fronte ad est, il che se in parte si traduce in una soluzione elementare di allineamento, di converso evita una disposizione degli ambienti interni secondo un rigido schema simmetrico.
La gestazione dell’opera è stata sul piano storico cronologico complessa. Un primo intervento è da ascriversi al periodo 1938-1940 da parte di Alberto Perrelli. Tra il 1952 e il 1958 delle modifiche significative sono state conseguite a seguito dei progetti di Mario Mucci e Luigi Stasi.