Il Palazzo dei Ferrovieri è uno di due edifici abitativi che completano un’area risanata nel post-terremoto del 1980.
Al di sopra del pianterreno porticato, prospiciente una piazza (terrazzo di un parcheggio coperto), si elevano cinque piani destinati ad appartamenti con il quinto sistemato con una teoria di logge, a sua volta sormontata da un alto coronamento che maschera le falde del tetto. Le fronti principali sono inoltre caratterizzate da un costante modulo – un terrazzino rientrante fra due finestre quadrate – e da un trattamento a fasce orizzontali. Il prospetto più interessante è quello delle testate con i risvolti delle suddette fasce, che si arrestano su un pieno centrale, sormontato da un tetto inclinato a struttura metallica che apparentemente copre soltanto questa parte dell’edificio. Evidente è la volontà di innescare un dialogo con l’intorno urbano, privilegiando una modernità relazionata alla storia, così da porre una distanza con l’edilizia di speculazione ampiamente presente nell’area. L’immagine complessiva dell’edificio moderno che fronteggia la facciata posteriore del mercato dei Commestibili ristrutturato, costruendo una prospettiva verso Via Torre della Catena in fuga con le mura medievali, sembra restituire un’ipotesi plausibile di dialogo a più voci.
A parere di Renato De Fusco, “la pregevole costruzione può classificarsi nella Tendenza di Aldo Rossi e Giorgio Grassi”.