L’edificio è ubicato sul lungofiume Calore nei pressi del Ponte Vanvitelli su di un lotto confinante con la zona archeologica ipogea delle terme romane.
L’ingresso è collocato lungo il Corso Vittorio Emanuele dal quale si accede ad un percorso coperto interno con vetrata ed affaccio sull’area archeologica (attualmente ridotta ad un terrapieno), rispetto alla quale il corpo di fabbrica si arretra. Gli altri fronti si allineano alla strada. Tutti i lati sono contrassegnati da facciate con generose terrazze a tutta lunghezza, protette da brise-soleil metallici, alla maniera lecorbuseriana, già sperimentati da Luigi Cosenza in alcuni edifici residenziali a Napoli. La natura abitativa dell’architettura si arricchisce per la cura dell’affaccio sull’intorno urbano senza privilegiare un fronte rispetto all’altro e così rinunciando al concetto ottocentesco di facciata principale.
Questa architettura si colloca nel solco del razionalismo mediterraneo proprio della scuola napoletana.