Il primo quartiere di edilizia popolare, il rione Ciano, oggi rione Libertà, è concepito quasi come una città satellite su uno schema che si giova dell’influenza di Luigi Piccinato e, sul piano operativo, dei tecnici del Genio Civile, dell’Istituto case popolari e del Comune di Benevento. Gli originali isolati a sei e ad otto unità residenziali, denotano corpi di fabbrica a tre piani con volume centrale occupato dal vano scala e con una disposizione simmetrica degli alloggi. In seguito il quartiere ha registrato un ampliamento con volumi più imponenti.
Le architetture si uniformano a schemi della manualistica corrente, con una lineare inquadratura dei prospetti, semplici e dignitosi come si conviene per un’edilizia dai costi contenuti che altresì si pone il problema sociale dell’inclusione urbana.
Ne deriva un disegno rigoroso, piuttosto austero, di sapore proto razionalista, conformato all’utilizzo indifferenziato del tipo edilizio della palazzina in linea. Gli spazi aperti risultano ampi e ben dimensionati con al centro il grande invaso della centrale Piazza San Modesto, con gli edifici collettivi (una chiesa e una scuola) costruiti solo nel secondo dopoguerra.
Un piccolo saggio di quell’orgoglio della modestia spesso evocato in riferimento alla migliore creatività della provincia meridionale italiana.