L’ingresso del Serbatoio idrico dell’Alto Calore in Valle Telesina diventa l’occasione per Mimmo Paladino di risarcire la montagna della ferita provocata dai lavori con un intervento artistico di valenza territoriale e di reinvenzione del paesaggio. La superficie della roccia dilaniata è ricoperta da una polvere di frammenti di vetro colorati blu intenso. Sulla parete della montagna un sentiero si inerpica e giunge ad una perentoria scultura antropomorfica di bronzo, la figura del Rabdomante, il cacciatore di acqua.
Ai suoi piedi l’ingresso al serbatoio è custodito da un arco ribassato di cemento che di fatto diventa un portale. La sistemazione esterna è completata con un sistema di piani distinti. Il primo con un prato, quello intermedio con uno spazio per la sosta ed il terzo, in basso in corrispondenza del palco che ospita la scultura, con una vasca abbeveratoio dove scorre l’acqua da sette cannelle.
Per segnare i percorsi e gli spazi l’illuminazione indica sedute e percorsi con leggeri fasci di luce. I corpi illuminanti sono nascosti in nicchie di cemento per non abbagliare e distogliere lo sguardo del visitatore.